Cosa vedere in Basilicata oltre a Matera:
i posti da non perdere
La Basilicata è una delle regioni più belle d'Italia, ma al contempo una delle meno conosciute.
Oggi, della Basilicata, si conosce al massimo la sua città più famosa, ovvero Matera. Dopo essere stata selezionata come Capitale Europea della Cultura nel 2019, Matera ha conosciuto uno sviluppo turistico straordinario, a tratti eccessivo, al punto da snaturarne in parte il fascino.
Ma cosa vedere in Basilicata oltre a Matera?
In questo articolo ti portiamo alla scoperta della Basilicata meno conosciuta, quella più nascosta e autentica, e per questo assolutamente da non perdere!
I Patrimoni UNESCO in Basilicata
Ci sono due siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO in Basilicata. Questi sono:
La città di Matera non ha bisogno di presentazioni. Come detto poco sopra, la città ha conosciuto un notevole impulso turistico negli ultimi anni, divenendo di fatto una tappa quasi fissa di tutti i tour nel Sud Italia. Meno noto, invece, il cosiddetto Parco delle Chiese Rupestri, che si sviluppa nei dintorni di Matera e che spesso viene tralasciato in un turismo mordi e fuggi. Il Parco delle Chiese Rupestri è costituito da oltre 150 esempi di chiese "in rupe", ovvero "nella roccia", il più delle volte affrescate. Questi luoghi - suggestivi, memorabili e unici nel loro genere - sono una testimonianza straordinaria della cultura del territorio.
- La faggeta del Parco Nazionale del Pollino
Il Parco Nazionale del Pollino è la più grande area protetta d’Italia. Istituito nel 1993, il Parco si sviluppa a cavallo di due regioni, Basilicata e Calabria. Al suo interno, si trova un'antica faggeta che, nel 2021, è stata inclusa dall'UNESCO nel sito transnazionale delle “Antiche Faggete Primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa". Il faggio europeo è infatti una specie straordinaria, avendo resistito nel Sud Europa a ogni glaciazione dell’ultimo milione di anni.
Posti da visitare in Basilicata: borghi e città
Oggi il "turismo di borghi e territori" gode di grande seguito, e infatti il numero annuale di viaggiatori che si muove alla scoperta di borghi più o meno conosciuti è in continua crescita.
Anche la Basilicata presenta numerosi borghi di grande suggestione, dove il tempo pare essersi fermato e la vita scorre secondo consuetudini antiche.
Tra i molti che si possono visitare, noi consigliamo i seguenti:
Dal 2012, il comune di Montescaglioso può sfoggiare la denominazione di "Gioiello d'Italia". Situato all'interno del Parco delle Chiese rupestri del Materano, Montescaglioso è celebre soprattutto per l'Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo, fondata nel lontano 1079. La presenza di quattro complessi monastici in questo piccolo centro abitato ha portato Montescaglioso a fregiarsi di un altro titolo, ovvero quello di "Città dei Monasteri".
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Sant'Angelo le Fratte
Anche questo piccolo borgo in provincia di Potenza ha un paio di soprannomi. Il più conosciuto è quello - certamente curioso - di "paese delle cantine". L'origine di questo appellativo è dovuta alla presenza di numerose cantine ricavate direttamente nella roccia della montagna Carpineto. Questi locali, tra loro collegati, sono impiegati da sempre per la conservazione di salumi, formaggi e vino. Il secondo soprannome di questo borgo è invece quello di "borgo dei murales". A partire dal 1995, infatti, la cittadina si è riempita di murales colorati che raccontano la vita e le tradizioni del luogo, soprattutto quelle legate alla vendemmia. Oggi se ne contano oltre 150, rendendo così Sant'Angelo le Fratte una tappa da non saltare!
Situata in prossimità della costa ionica, il comune di Bernalda è ormai strettamente legato al regista Francis Ford Coppola. I suoi nonni paterni, infatti, provengono da questo piccolo paese lucano fondato intorno al 1497, il cui centro storico sorge su un altopiano scosceso, da cui si può godere di una vista panoramica spettacolare verso il mare. Da non perdere il Borgo Antico, dove si conserva il Castello Aragonese, sede della Pinacoteca, e la chiesa di San Bernardino da Siena.
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Pisticci
Famoso per le sue case bianche con tetti rossi, il borgo di Pisticci è oggi conosciuto come "balcone sullo Jonio" grazie alla sua posizione geografica che regala panorami mozzafiato. Circondata da straordinari calanchi - ovvero formazioni argillose sorte per l'erosione del terreno - Pisticci subì una rovinosa frana nel 1688, ma i suoi abitanti si rifiutarono di spostarsi a valle. Da non perdere, una passeggiata per i vicoli del borgo antico dove si conservano palazzi nobiliari, chiese e il cosiddetto "Terrazzo del Melograno".
Cosa visitare in Basilicata:
i siti archeologici da non perdere
Come molte altre regioni del Sud Italia, anche la Basilicata vanta una storia antichissima, oggi testimoniata dai molti siti archeologici che si possono visitare. Noi te ne suggeriamo alcuni qui di seguito:
Questo sito archeologico è senza dubbio il più celebre di tutta la Basilicata. La città di Metaponto, infatti, sorge nel lontano VII sec. a.C. e le sue vicende greco-romane sono tramandate dall'importante Parco Archeologico. Qui si possono ammirare le tracce dell'antica città e anche l'area del castrum, dove si era stanziata la guarnigione militare romana prima di venire sconfitta dall'esercito cartaginese guidato da Annibale.
Il monumento più importante è il Tempio delle Tavole Palatine, dedicato alla Dea Atena, di grande impatto scenico.
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Venosa
Restano molte tracce della colonia latina di Venusia, fondata nel lontano 291 a. C. Il Parco Archeologico preserva infatti numerosi resti dell'antica città, documentando la sua storia dall'epoca romana a quella medievale. Domus romane e impianti termali si mescolano con la meravigliosa Abbazia della Santissima Trinità, un vero e proprio gioiello stratificato dove è possibile leggere l'evoluzione di una domus romana in un complesso episcopale paleocristiano e infine in un'abbazia benedettina di epoca normanna.
Dove andare in Basilicata:
le "città fantasma"
Esplorando la Basilicata è frequente imbattersi in città apparentemente disabitate. Sono centri abitati colpiti da quello che oggi è noto come "fenomeno dello spopolamento", ovvero l'abbandono progressivo e spesso inesorabile della popolazione locale che per ragioni geografiche, economiche o sociali decide di spostarsi altrove.
Alcuni di questi centri abitati sono solo apparentemente disabitati. Altri, invece, sono vere e proprie "città fantasma", realtà dall'aspetto tanto tragico quanto suggestivo, che hanno infiammato l'immaginazione di autori e registi, che spesso le hanno scelte per ambientare i propri racconti.
La più celebre è senza dubbio Craco, colpita da una frana nel 1963. La popolazione locale fu costretta a spostarsi poco lontano, dove venne edificato il nuovo comune di Craco Peschiera. Oggi dell'antica Craco restano case e monumenti malandati, disperatamente attaccati alla roccia, dove finestre e porte sembrano occhi intenti a guardare chiunque si avvicini.
Poco oltre il confine tra Basilicata e Puglia, si trova invece Ginosa, un centro abitato che non vorrebbe divenire "fantasma", ma che oggi purtroppo è conosciuto come "la città che muore". Il 7 ottobre del 2013, in fatti, un'imponente massa d'acqua fece irruzione nella gravina e distrusse la parte più bassa, e più antica, della città. Visitare Ginosa oggi, purtroppo, significa toccare con mano il tragico fenomeno dell'abbandono dei piccoli centri abitati in seguito di calamità naturali.
Cosa vedere vicino a Matera:
il Parco della Murgia Materana
Oltre a paesi e borghi, la Basilicata è ricca di bellezze naturalistiche straordinarie. Noi ti suggeriamo di non perdere il Parco della Murgia Materana.
A pochi chilometri dal confine con la Puglia si estende un paesaggio naturale indimenticabile, tanto aspro quanto seducente, costituito da roccia tenera scavata da solchi profondi che danno vita a gravine, grotte e rupi.
Il territorio della Murgia Materana, così come il vicino territorio dell'Alta e Bassa Murgia, fanno parte di un unico fenomeno geologico, ovvero quello delle Murge, un altopiano carsico di origine antichissima, che l'uomo ha dovuto imparare a domare.
Qui, infatti, la terra si apre in fenditure, grotte, doline e falde sotterranee. Fin dai tempi del Paleolitico e del Neolitico, l'uomo ha sfruttato questa particolarità geologica, abitando e fortificando le rocce e le sue insenature. Col passare del tempo, queste terre si legarono alla pastorizia, divenendo il regno di pastori e mandriani, per secoli i veri protagonisti della civiltà rupestre locale.
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