Cosa vedere nel Salento
Il Salento viene spesso scelto per le vacanze estive grazie alle sue spiagge meravigliose e l’acqua cristallina che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “Maldive d’Italia”.
Ma cosa fare e vedere nel Salento oltre al mare?
Ecco 10 posti da visitare nel Salento:
- Lecce barocca
- Gallipoli
- Galatina
- Nardò
- Lecce romana
- Otranto
- Acaya
- Santa Maria di Leuca
- Laboratorio artigianale di cartapesta
- Spettacolo di pizzica
Cosa vedere in Salento: le bellezze del Barocco
Lecce
Riconosciuta come Capitale del Barocco, la città vanta numerose chiese e palazzi impreziositi da ricchi dettagli. Da non perdere la Basilica di Santa Croce in pietra leccese, il Duomo e il suo portale con statue, il Seminario, affacciato sulla Piazza adornata da meraviglie barocche.
Gallipoli
Offre un vasto numero di monumenti in stile barocco. Tra gli edifici più degni di nota c'è la Cattedrale, che conserva al proprio interno 106 tele del ‘600-’700, l’elegante Palazzo del Seminario, e Palazzo Tafuri, dove il barocco si mescola con dettagli in stile mediterraneo e spagnolo.
Galatina
La città mostra la sua nobile bellezza in un intreccio di stili tra cui gotico, barocco e rococò. Questa sincrasi di stili è visibile nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria con 2500 metri quadrati di affreschi, e nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo che ospita numerose tele e splendidi altari policromi.
Nardò
Definita come “la piccola Lecce”, Nardò è una perla del barocco pugliese grazie ai numerosi esemplari architettonici di pregio tra cui il particolare monumento ottagonale all’Osanna, di origine misteriosa.
Cosa vedere in Salento oltre al barocco
Lecce
Sapevi che prima di diventare la culla del barocco pugliese, Lecce è stata una importante città romana? Ne sono testimoni non solo i resti del Teatro, i mosaici della domus del V secolo e l’Ipogeo Palmieri, ma anche la presenza eccezionale in un’unica città di ben due anfiteatri.
Otranto
Un’altra perla del Salento è Otranto che con la sua Cattedrale coniuga stili differenti derivati dalle vicissitudini che l’hanno interessata. Da non perdere la cripta, una tra le più antiche della Puglia, ed lo straordinario pavimento a mosaico che rappresenta l’Albero della Vita.
Acaya
Ripercorrendo le epoche storiche si arriva al Medioevo di cui il borgo fortificato di Acaya è uno splendido esempio. Sorta secondo gli schemi delle città-fortezza, Acaya conserva le sue mura perimetrali a forma rettangolare, protette su tre lati da imponenti bastioni, e il castello, simbolo del potere feudale.
Santa Maria di Leuca
Questa meravigliosa città con uno straordinario affaccio sul mare vanta ben 40 ville ottocentesche abbellite in stile moresco, orientale o mediterraneo. Il lembo di terra dove sorge Santa Maria di Leuca è in una posizione centrale, che ha quindi visto l’incontro di popoli e culture.
Le tradizioni in Salento: la cartapesta
Per apprezzare a pieno un luogo è fondamentale immergersi anche nelle sue tradizioni.
In Salento una di queste è la lavorazione della cartapesta, sviluppatasi già nel Rinascimento ma utilizzata più ampiamente in epoca Barocca. Questa tecnica veniva utilizzata soprattutto nell’arte del sacro per creare statue realizzate interamente in cartapesta oppure in legno ricoperto di cartapesta.
È possibile apprezzare alcuni capolavori nelle chiese del Salento, ma se vuoi scoprirne i segreti ti consigliamo di visitare un laboratorio artigiano che ancora utilizza questa antica tecnica. Rimasta invariata nel tempo, la tecnica prevede un impasto di carta mescolata con gesso, paglia, stracci e altri materiali “poveri”.
L’origine della lavorazione della cartapesta è stata infatti una risposta al fiorire di numerose chiese nel ‘600-’700 che necessitavano di essere decorate. In mancanza di fondi per la creazione di nuove sculture in marmo o bronzo, si ricorse a un materiale più "umile", come la cartapesta, capace però di creare effetti straordinari.
La magia del Salento: la pizzica
Non si può parlare di Salento senza nominare la Pizzica.
Se ne distinguono tre tipologie di cui la più famosa è quella tarantata, ovvero l’antica danza terapeutica utilizzata per esorcizzare le donne morse dal ragno della tarantola.
Per questo motivo, la musica è energica e incalzante, prodotta da tamburelli, armonica e castagnole. In questo modo le donne tarantate vengono condotte in uno stato di trance che permette loro di liberarsi dal veleno.
È comune vedere nelle feste di paese anche la versione “pizzica de core”, ovvero la danza popolare di corteggiamento in cui le donne sventolano un fazzoletto che verrà donato allo spasimante prescelto.
Ma la pizzica può essere anche una rappresentazione di sfida tra due uomini che danzano simulando un combattimento con i pugnali o le spade. In questo caso prende il nome di pizzica scherma.
Il miglior modo per cogliere l’energia di questa danza è assistere di persona e, perché no, provare a seguirne il ritmo che esprime a pieno il calore di questa terra.
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